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Nel panorama attuale della sicurezza informatica, il concetto di backup tradizionale non basta più a garantire la continuità operativa delle aziende, soprattutto di fronte all'evoluzione delle minacce ransomware. Gli attacchi ransomware moderni, spesso veicolati da piattaforme Ransomware-as-a-Service, non si limitano più a criptare i dati, ma puntano anche a esfiltrare informazioni sensibili, cancellare i backup e compromettere le infrastrutture di recupero, rendendo inefficaci molte strategie di backup classiche.
Le piccole e medie imprese (PMI) sono particolarmente esposte, perché spesso dispongono di difese meno robuste. Un solo giorno di inattività può costare decine di migliaia di euro, senza contare i danni reputazionali e la perdita di fiducia da parte dei clienti. Inoltre, la pressione normativa in ambito finanziario e sanitario e le richieste sempre più stringenti delle assicurazioni cyber obbligano le aziende a dimostrare la reale resilienza dei loro sistemi.
Il backup tradizionale, con snapshot periodici e test di ripristino occasionali, non è più sufficiente. Oggi serve una strategia di cyber resilience che superi la semplice copia dei dati, puntando a mantenere attive le operazioni anche durante una crisi. La resilienza informatica prevede l’adozione di backup immutabili conservati in cloud, test di recupero automatizzati e verificati, e playbook di recovery orchestrati, capaci di ripristinare interi servizi e applicazioni. L’obiettivo non è solo riprendersi dopo l’attacco, ma continuare a operare anche sotto pressione.
Un approccio efficace parte dall’analisi dell’impatto sul business per identificare i sistemi critici e quantificare i costi di ogni ora di fermo. Fondamentale è proteggere l’infrastruttura di backup con autenticazione multifattoriale, credenziali dedicate e monitoraggio costante dei log per individuare attività sospette. Automatizzare la verifica dei backup e simulare scenari di disaster recovery aumenta la fiducia nella capacità di ripristino reale, non solo teorica.
La documentazione di piani e responsabilità, insieme alla formazione dei team anche non tecnici, permette di rispondere in modo coordinato a incidenti e comunicare efficacemente con clienti e stakeholder. Inoltre, la preparazione di scorecard di resilienza facilita il dialogo con il consiglio di amministrazione, gli auditor e le assicurazioni, dimostrando con prove concrete la prontezza dell’organizzazione.
L’adozione di piattaforme moderne come Datto permette di gestire backup locali, cloud e immutabili da un’unica console, riducendo la complessità e garantendo reportistica pronta per audit e compliance. Investire nella cyber resilience non è solo una scelta tecnica, ma una strategia di business che tutela il valore aziendale anche in caso di attacco.
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