L'avvento dell'intelligenza artificiale generativa ha rivoluzionato il panorama della cybersecurity, portando alla nascita di nuove minacce come i deepfake e le sofisticate tecniche di impersonificazione. Oggi, i criminali informatici sfruttano modelli linguistici avanzati e strumenti open source per creare voci e volti sintetici, rendendo sempre più difficile distinguere tra realtà e inganno. Questo fenomeno ha contribuito a un aumento impressionante degli attacchi di voice phishing, con una crescita del 442 percento tra la prima e la seconda metà del 2024, secondo i principali report di settore.
Il problema si è acuito con la diffusione delle piattaforme di collaborazione virtuale come Zoom, Teams e Slack, che spesso danno per scontato che l’interlocutore sia realmente chi dichiara di essere. I cybercriminali sfruttano proprio questa fiducia implicita, utilizzando deepfake per superare i controlli basati su password o codici. Molti strumenti di difesa attuali si basano su tecniche di rilevamento probabilistico, analizzando indicatori facciali o vocali per identificare anomalie. Tuttavia, l’evoluzione dell’AI rende questi sistemi sempre meno efficaci: le tecnologie di deepfake migliorano rapidamente, superando le capacità dei tool di detection tradizionali.
La vera prevenzione richiede un cambio di paradigma: non basta più tentare di rilevare la minaccia, ma occorre impedire all’origine che utenti non verificati possano accedere a riunioni o comunicazioni sensibili. Questo è possibile solo attraverso la verifica dell’identità basata su credenziali crittografiche e controlli di integrità dei dispositivi in tempo reale. Ad esempio, se un dispositivo risulta compromesso o non conforme agli standard di sicurezza, deve essere escluso automaticamente dall’accesso alle piattaforme di collaborazione. Allo stesso modo, l’adozione di badge visibili e certificati garantisce a tutti i partecipanti la certezza che ogni interlocutore sia autentico e connesso da un dispositivo sicuro.
Soluzioni come RealityCheck applicano questi principi, offrendo una verifica continua dell’identità e dello stato di sicurezza dei dispositivi per piattaforme come Zoom e Microsoft Teams. Solo con un approccio preventivo, che si basi su prove certe e non su semplici supposizioni, le organizzazioni possono proteggersi efficacemente dai rischi legati a deepfake, phishing vocale e social engineering. In questo modo si elimina la possibilità stessa che attori malevoli sfruttino l’AI per infiltrarsi in riunioni critiche, gestioni finanziarie o comunicazioni riservate.